Si muove il braccio
come un prolungamento d'universo
tocca fuori dal guscio.
Intanto, ondeggia una litania di cose
che snocciolate una per l'altra
delimitano uno spazio chiuso,
dentro cui, l'attesa,
si fa vivida e bianca
e taglia con bagliori lunari
l'ansia; che spacca il cervello,
e risucchia un seme di vita.
Dirò, stampandoti su carta
che anche così sei bella.
Ombre nere ti corteggiano i capelli
e il corpo abbandonato.
Un sonno d'oblio di protegge
mentre chi passa, sordo,
si piega e calpesta torcendo col piede
un erba tra i sassi.
Tu sbadigli, inarchi la schiena
e guardi intorno per incontrare lo sguardo
di chi sa che il male antico
si tace volendo in un sorriso.