Primavera

Vedere con gli occhi dell'anima!

Immaginare!

Rendere possibile il pensiero

Trasformarlo in materia

Questo è quello che più ci rende increduli

Il gioco

Io ti rincorrevo
poi,
giravamo attorno al palo
e con le mani lisciando il legno
tu incominciavi
il lento ritmo del contare
uno, due, tre......
io scappavo
per poi farti segno
e principiare il gioco
di toccare il legno.

Ragazzo

Ma, dove vai ragazzo!
guarda!
come scarno e impietoso
il tempo, offende e scava la giornata
A sera, prende il sacco nero
e lo scaglia con la mano
oltre l'orizzonte.
Di li, rotola, si apre,
e vomita tutto in frammenti.
ferma! non senti !?
ma dove vai ragazzo!

Il disegno

Rondini segnano l'aria
in larghi cerchi
volano basse, raccolte
in gruppi neri,
in voli quasi disperati.
Rondini
disegnate sul filo!

Famiglia

Un filo sottile,
un nastro di ricordi
si srotola
e cade ronzando.
Siamo rimasti noi
a guardare, muti,
un altare spento.

Il paese

Case senza storia,
strade assolate
con i fossi sui fianchi.
un prato verde,
un muro di cinta
porta sul bordo
rami di rose
crescono a grappolo
vicino a un portone chiodato.
Dietro, la polvere fine
di un passaggio non asfaltato.
Il rumore della ruota
che passa sul legno
due volte,
segna, il ritmo lento
di un pomeriggio d'estate.

A Sara

Si muove il braccio
come un prolungamento d'universo
tocca fuori dal guscio.
Intanto, ondeggia una litania di cose
che snocciolate una per l'altra
delimitano uno spazio chiuso,
dentro cui, l'attesa,
si fa vivida e bianca
e taglia con bagliori lunari
l'ansia; che spacca il cervello,
e risucchia un seme di vita.
Dirò, stampandoti su carta
che anche così sei bella.
Ombre nere ti corteggiano i capelli
e il corpo abbandonato.
Un sonno d'oblio di protegge
mentre chi passa, sordo,
si piega e calpesta torcendo col piede
un erba tra i sassi.
Tu sbadigli, inarchi la schiena
e guardi intorno per incontrare lo sguardo
di chi sa che il male antico
si tace volendo in un sorriso.

Incontro

Brandelli, briciole di tempo
affetti lacerati
Il ritmo costante
di un canto sibilato
segna le ore
che diventano domani.
Il saluto frettoloso
evita e copre qualsiasi discorso
e intanto
un suono nell'aria
ritma la notte che finisce.

Sole a macchie

luce, e intorno parole
che perdono senso
Svestire i panni
per lasciare gli stracci
quelli di sempre,
Sentirmi addosso
solo la pelle
Nella memoria
parole scure
che si perdono
dietro le mie spalle.
Idee, pensieri, parole, immagini
che cadono giù dal cervello
come blocchi di pietre
rotolano, informi
rinunciando a nascere
semplicemente
si allontanano.

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